Casa.it ha presentato i risultati della ricerca “La casa che vorrei”, un’ampia indagine sulle preferenze degli italiani che cercano una nuova casa, realizzata dopo il lockdown. La presentazione è avvenuta in occasione della prima Giornata Nazionale della Casa, evento realizzato in collaborazione con Scenari Immobiliari.
La ricerca ha interessato un campione rappresentativo di 22.000 persone ed è stata realizzata con lo scopo di far emergere come le persone vorrebbero la loro casa del domani, per comprendere le preferenze degli italiani oggi, in un contesto storico ed economico particolare, e capire come dovrà svilupparsi l’offerta di case nel futuro.
I risultati in breve
Un primo elemento che si riscontra nella ricerca è il legame che si è creato tra il lockdown e la domanda di nuove case. Oltre il 10% degli intervistati, infatti, afferma che l’esigenza di cambiare casa è stata scatenata proprio dal lockdown. Non cambia, invece, la motivazione alla base dell’acquisto o dell’affitto. L’acquisto della prima casa resta la motivazione principale per comprare casa con il 75% delle preferenze.
Da tenere in considerazione l’alta percentuale di intervistati (l’86%) che affermano che che prima di visitare di persona una casa la visiterebbero online.
Tra i risultati della ricerca c’è anche l’esigenza di una casa più grande. Una necessità così sentita da far dichiarare alle persone che sarebbero disposte a trasferirsi in zone più periferiche per soddisfarla. Non solo, emerge anche il bisogno di trovare case vicine ai servizi, come i supermercati, i negozi e i mezzi pubblici, e soprattutto con parchi e spazi verdi nelle vicinanze.
In merito alle caratteristiche della casa, questa dovrebbe avere il giardino privato (58%) al primo posto delle preferenze; a seguire il box/garage (51%), la cucina abitabile (48%), il terrazzo (47%), il soggiorno (46%), la cameretta per i figli (45%) e 2 o più bagni (45%). Influenzati dalla permanenza forzata tra le mura domestiche, il rettangolo di cielo e metri quadri in più sono diventate esigenze prioritarie.
Interessante anche il dato relativo al cohousing, che inizia ad attirare l’attenzione degli italiani. Il 43% degli intervistati afferma che vivrebbe in cohousing (8%) o di prenderlo in considerazione (35%) pur non avendoci mai pensato prima. Gli italiani, segnati dai mesi di lockdown, vedono in questa modalità una possibilità di condividere la quotidianità e di ampliare la socialità.
Il Team di InstantRender