Nomisma ha presentato il nuovo rapporto sul mercato immobiliare, il secondo, dopo quello presentato nel mese di marzo.
Il mercato tra contesto macroeconomico e domanda di acquisto
In questa fase di ripartenza post lockdown, il settore immobiliare deve fare i conti con la prospettiva di una recessione e si trova al centro di spinte contrapposte. Da una parte gli indicatori macroeconomici tutt’altro che positivi (un esempio su tutti: il PIL in un anno subirà il crollo registrato in sei anni, dal 2007 al 2013), dall’altra una domanda di acquisto che resta su livelli elevati.
Secondo Nomisma, proprio questo secondo aspetto è, per certi versi, sorprendente. E’ come se bisogni e valutazioni fatti prima della pandemia, da questa non fossero stati modificati. Sembra che le famiglie non abbiano ancora la completa consapevolezza del cambiamento di prospettive. Il rischio è, dunque, che la quota di chi potrà effettivamente acquistare casa si riveli decisamente inferiore a quella che risulta dalle intenzioni.
Ago della bilancia sarà l’accesso al credito. È, infatti, dalle valutazioni del sistema bancario che dipenderà la concretizzazione del potenziale interesse e, di conseguenza, la tenuta del mercato.
Prospettive delle compranvendite residenziali
Il primo trimestre si è chiuso con un calo delle compravendite pari al 15,5%. Le stime del secondo trimestre attestano un ulteriore calo del 40%.
Ciò che desta preoccupazione è l’assenza nelle ultime settimane di una tendenza al miglioramento. In particolare, il rallentamento rilevato in giugno rispetto a maggio pare spegnere le speranze di rapido recupero, che i contratti post lockdown avevano alimentato. Esaurita la prima ondata di necessità (sospinta dalle componenti “prima casa” e “sostituzione”), paiono emergere i primi contraccolpi del deterioramento del contesto economico.
In questo quadro è soprattutto la domanda per investimento a risultare attenuata.
Complessivamente il ridimensionamento colpirà, con tempistiche diverse, tutti i contesti territoriali, ma saranno i mercati già in epoca pre-Covid più dinamici a riprendersi per primi.
Il mercato degli immobili d’impresa e corporate
Se per il comparto residenziale è possibile delineare una prospettiva di rilancio, così non accade per il mercato degli immobili di impresa. La sostanziale inattività odierna è destinata a protrarsi, cancellando i timidi progressi conseguiti in un contesto poco favorevole da oltre un decennio.
Anche gli investimenti corporate hanno, come prevedibile, subito un ridimensionamento a causa della pandemia, con un calo della componente estera e la riduzione di interesse nei confronti di alcuni segmenti.
In prospettiva, però, la più spiccata propensione del comparto ad adeguarsi alle nuove condizioni economiche dovrebbe garantire maggiori chances di ripresa.
Per Nomisma, uno scenario più preciso potrà essere tracciato solo alla fine anno, quando l’entità dell’impatto prodotto dall’emergenza sarà quantificabile.
Il sentiment degli operatori immobiliari non è, comunque, del tutto negativo. Oltre il 41% di essi infatti si aspetta di tornare ad un giro d’affari a livelli pre-Covid già prima della fine del 2020, mentre la metà di essi attende la ripresa per il 2021-2022.
Da evidenziare anche il ruolo della tecnologia. Giulio Pascazio, Ad di Unicredit Subito Casa, intervenuto alla presentazione del rapporto, sottolinea come, dopo i mesi di calo in corrispondenza del lockdown, siano cresciute del 24% le richieste anche solo virtuali di contatto per consulenza e valutazione. A dimostrazione che un buon uso delle visite virtuali è di aiuto nella selezione e aumenta l’efficienza nella scelta.
Il Team di InstantRender