Dopo l’incremento del 34% delle compravendite in ambito residenziale registrato nel 2021, il mercato immobiliare è a rischio contrazione a causa dello scoppio della guerra in Ucraina. È quanto viene riportato dall’Osservatorio Immobiliare di Nomisma nel rapporto presentato il 23 marzo.
Le prospettive
Al momento risulta prematuro fare ipotesi sulle conseguenze immobiliari della crisi ucraina anche se l’opinione di Luca Dondi Dall’Orologio, Amministratore Delegato di Nomisma è che “il mantenimento degli straordinari livelli transattivi raggiunti al termine del 2021, che fino a qualche settimana fa sembrava lo scenario più verosimile, appaia oggi una prospettiva ottimistica”. Quello che è certo è che il conflitto ha portato a un temporaneo deterioramento del clima generale di fiducia.
Ci si attende una reazione di temporaneo attendismo, sia da parte delle famiglie che degli istituti bancari, il cui orientamento potrebbe farsi più selettivo. Il binomio costituito da un’alta domanda di acquisto e una politica creditizia espansiva potrebbe uscire ammaccato dall’impatto con la guerra.
Secondo Nomisma, al momento non ci sono segnali di rallentamento sulla domanda di acquisto, ma è lecito aspettarsi una flessione rispetto agli straordinari livelli dello scorso anno. È altresì possibile una parziale attenuazione della spinta espansiva in atto sul fronte dei valori.
In questo nuovo contesto, il mercato immobiliare italiano, che era riuscito a riprendersi dall’ondata pandemica, si trova esposto ad un nuovo shock che rischia di scalfirne la solidità.
Per contro, nel complesso continua a risultare migliore la performance del settore immobiliare corporate. Archiviato il crollo del 2020, si è rivitalizzato l’interesse degli investitori stranieri per il nostro Paese, con un volume di investimenti cresciuto di circa il 2,4% rispetto al 2020. E ci sono margini per un’ulteriore crescita.
Domanda e andamento dei prezzi
Come si è visto anche in altri rapporti, il periodo di pandemia ha fatto emergere nuove esigenze da parte della domanda. In particolare chi cerca casa valuta immobili con la presenza di balcone/terrazzo, area condominiale privata, ascensore, elevata classe energetica e infine posto auto/garage.
La pandemia ha inoltre favorito uno spostamento della ricerca verso localizzazioni periferiche, purché facilmente accessibili ai servizi e al mercato del lavoro.
La domanda abitativa dipende sempre di più dall’ottenimento del mutuo ipotecario e deve fare i conti con un’offerta di alloggi sempre più rigida, che si traduce in un aumento dei prezzi. Infatti, la produzione di nuove abitazioni e l’attività di ristrutturazione immette sul mercato quantità più che dimezzate rispetto ai livelli di 10 anni fa. Questo nonostante la presenza di una domanda interessata al cambio abitativo. Domanda alimentata non solo dal periodo pandemico, ma in genrale da un patrimonio abitativo italiano sempre più obsoleto.
Per quanto riguarda i prezzi delle abitazioni usate, che in Italia rappresentano il 75% delle compravendite residenziali, la variazione si è attestata all’1,2%, con una forbice che va dal +3,2% di Modena al -1,1% di Salerno.
Il Team di InstantRender