Nel terzo trimestre 2022 Idealista ha rilevato un calo dello stock di case usate in vendita del 10% rispetto all’anno precedente. Mentre il calo dello stock delle case in affitto è stato del 43%, sempre rispetto allo stesso periodo del 2021.
Lo stock delle case usate in vendita
La riduzione dello stock di case usate in vendita è generalizzato e riguarda sia i capoluoghi che le province. In particolare 88 capoluoghi su 106 monitorati, presentano un numero di immobili in vendita inferiore a quello di un anno fa. I capoluoghi che hanno subito l’inflessione più forte sono Caserta (-29%), seguita da Rimini e Latina (-27%) e Campobasso (-26%). Ma non sono le uniche città ad aver subito cali superiori al 20%. Nella stessa situazione si trovano anche città come Como (-25%) e Verona (-20%). Il calo nello stock più basso si registra a Biella con solo l’1% in meno.
Anche le città capoluogo più grandi sono toccate dalla diminuzione degli immobili a disposizione per la vendita. A Bologna e Palermo si scende del 21%), mentre a Roma del 17%. Napoli e Torino sono entrambe a -14%, Milano a -13% e Firenze a -12%. Più contenuti i cali di Catania (-9%) e Bari (-7%).
Alcuni capoluoghi come Pordenone, Treviso e Vibo Valentia restano con un’offerta di case in vendita invariata rispetto al 2021. In altri capoluoghi, invece, gli immobili in vendita sono aumentati. I rialzi maggiori sono stati registrati ad Agrigento (27%), seguita da Cuneo e Fermo (18%), Benevento (12%) e Nuoro (10%). Aumentano, anche se sotto il 10%, anche Udine e Imperia (+7%), così come Prato ed Enna (+1%).
La situazione nelle province
La situazione nelle province non è diversa da quella rilevata nelle città capoluogo. Su 107 province monitorate, ben 91 hanno registrato cali nello stock di case usate in vendita. I cali più importanti sono stati registrati a Livorno e Brescia (-20%), Bolzano e Trapani (-19%) e Napoli (-18%).
Diminuzioni inferiori al 10% sono state registrate in 38 province. Si va dal -17% delle province di Palermo, Lucca, Campobasso, Parma e La Spezia; al -10% di Aosta, Avellino, Catania e Forlì-Cesena. Quelle di Treviso e Perugia, invece, sono le uniche province in cui la quantità di immobili a disposizione è rimasta invariata.
Anche a livello provinciale sono stati registrati degli aumenti nella disponibilità di abitazioni in vendita. Le province che crescono di più sono quelle di Potenza (18%), Fermo e Agrigento (14%) e Alessandria (11%).
Lo stock delle case in affitto
La diminuzione delle case a disposizione per chi cerca una soluzione in affitto è complessivamente del 43%. Il calo è stato registrato in 92 capoluoghi sui 102 monitorati ed è particolarmente alto a Torino (-77%), seguita da Padova (-69%) e Roma (-68%).
In quasi tutte le città del Centro-Nord la diminuzione è superiore alla media nazionale. Sono oltre il 43% Verona (-67%), Venezia (-62%), Firenze e Bologna (-58%), Genova e Milano (-52%). Si fermano poco sotto la media Napoli (-40%) e altri centri come Treviso, Gorizia, Livorno e Cosenza, tutti a -42%. Il calo più contenuto, -1%, è stato rilevato a Trento.
Situazione diametralmente opposta in 15 città, nelle quali la disponibilità di abitazioni in affitto è aumentata rispetto al terzo trimestre 2021. Aumenti rilevanti sono avvenuti a Pesaro (70%), Piacenza (58%), Potenza (53%) e Vercelli (50%). Altri 11 capoluoghi segnano incrementi dell’offerta che vanno dal 47% di Isernia al 3% di Agrigento.
La situazione nelle province
Come nel caso degli immobili in vendita, anche nel caso degli affitti, la maggior parte delle province monitorate vede un calo dello stock. Le riduzioni più importanti si concentrano a Torino (-69%), Roma (-63%), Padova (-61%) e Parma (-60%). Perdono tra il 50 e il 60% delle case da affittare province come Verona e Reggio Emilia (-59%), Ferrara (57%), Bologna (56%), Firenze (54%), Pisa (53%), Modena (52%) e Milano (50%). La provincia di Vicenza, invece, scende solo dell’1%, mentre quella di Udine resta invariata.
Le province in cui lo stock è cresciuto sono Rimini (77%), Belluno (75%), Grosseto e Piacenza (67%) e Bolzano (41%). Aumenti in altre 16 province compresi tra il 27% di Ravenna e Potenza e l’1% di Imperia.
Il Team di InstantRender